19. aprile, 2024

Mani che disegnano (M.C. Escher)

Valentina Ciocca


PAROLE IN BIANCO E NERO

Premosello Chiovenda, 20 ottobre 2023

 

Cara nonna Anna, 

                          ricordo con nostalgia il giorno in cui mi chiedesti «perché scrivi sempre tata?»

Ero china sui miei libri, estraniata dalla realtà che mi circondava. Un’adolescente timida e introversa, che affidava al diario segreto pensieri, impressioni, sensazioni.

Allora nemmeno io seppi darti una risposta, ma scrivevo, scrivevo moltissimo, riempivo pagine intere con gioie e dolori dei primi amori, crucci e piccole conquiste quotidiane. La vera Valentina era racchiusa in quel libricino sgualcito.

Sono passati molti anni.

Oggi, con più consapevolezza, forse posso provare a soddisfare quel quesito rimasto irrisolto per lungo tempo.

Ti scrivo per l'appunto. La scrittura è l'unico mezzo che mi permette di lasciarmi andare completamente. Assorbo le vibrazioni del mondo esterno, colleziono esperienze e con le parole dipingo le idee.

Davanti al foglio bianco ci sono solo due possibilità, mentire a sé stessi e fabbricare un prodotto, oppure librarsi in un mondo di sensazioni che ti scava dentro e fa sbocciare la tua vera essenza. La scrittura svela le maschere, fa emergere le verità, anche quelle più scomode.  Ti conduce a mete insperate. A volte il cuore ti costringe a violare spazi che la ragione rifiuta.

Quando scrivo mi abbandono ai sensi e viaggio con la mente in angoli sperduti di mondo, do forma a storie e personaggi vibranti che si colorano; come per magia fluiscono dalla penna e prendono vita.

Amo ancora scrivere con la penna stilografica.  Da bambina mi dicevi che usavo la manina “brutta” e il risultato era un pasticcio d’inchiostro; oggi saresti orgogliosa di me, ho imparato a usare anche la manina “bella”.

Mi manchi tanto nonna, quello che non ti ho mai detto lo scrivo qui.

La voce a volte si spezza e i pensieri si aggrovigliano, le parole rimangono imbrigliate nella gola e quando finalmente si liberano sono taglienti, banali e scialbe. La scrittura al contrario ti dà il tempo di soppesare i significati, di elaborare e assaporare, imprimendo musicalità ai freddi vocaboli.

La carta è il supporto durevole dei sentimenti, è un’impronta sul futuro.

L'inchiostro si anima sai? La penna scivola veloce e ricompone frammenti di vita.

La scrittura è per me un esilio volontario, mi permette di concentrarmi sulle cose importanti. È come un caleidoscopio, amplifica le emozioni e accorcia le distanze.

Il fruscio della penna che scorre e la risata cristallina del mio bambino sono diventati il sottofondo musicale che scandisce le mie giornate.

Io scrivo a tutto cuore nonna, sono sempre stata così, -tu lo sai bene- sono una che ama a cento all’ora.

Ricordi quando con la mamma aspettavo con trepidazione le lettere della mia amica di penna? La ragazzina di Mestre? Forse proprio grazie a quello scambio epistolare iniziato per gioco ho imparato a gustare l'attesa, a scegliere con cura le parole. Potevamo scriverci solo una volta al mese e in poche righe c’era così tanto da dire.

Cara nonna scrivere non è per me una scelta, è qualcosa che mi appartiene, fa parte di me. È una piacevole necessità, una dipendenza senza controindicazioni.

Quando scrivi puoi affidare alla carta anche i pensieri più reconditi, i discorsi più complicati. La penna districa, pulisce, semplifica, va dritta al punto e imprime il significato per sempre.

Ecco perché affido a questa lettera i miei pensieri, a dispetto del tempo che passa inesorabile, la carta rimane; testimone a lungo termine del nostro passaggio.

Ti abbraccio forte nonna e affido agli echi eterni dell’anima queste mie parole per te.

Tua Valentina

La lettera PAROLE IN BIANCO E NERO è stata premiata ricevendo Attestato con menzione al Premio letterario "Dentro l’amore" di Edizioni Convalle

Il giorno e la notte (M.C. Escher)