05. luglio 2024

Valentina Ciocca

 

 

UN RACCONTO DA BRIVIDI

SOTTO L’OMBRELLONE…


  

L’ANIMA NON DIMENTICA

 

Sono morta.

Ne ho la certezza, perché sto svolazzando

sopra una costruzione abbandonata,

una brezza sbarazzina mi solletica

dietro la nuca che non ho più.

Mi viene da ridere, ho sempre lottato con il mio peso e ora volteggio come una ballerina, mi cimento in piroette aggraziate che mai avrei sognato di saper fare.

Com’è successo? Bella domanda, me lo chiedo anch’io.

La nonna diceva che quando il corpo passa a miglior vita l’anima per un po' rimane sospesa per arrangiare i conti con chi ci ha causato dei torti. E io di torti ne ho subiti parecchi, ma non ho mai pensato neppure per un istante di vendicarmi.

La ripicca non è proprio nella mia natura, devo essere nata difettosa; la mamma diceva che il mio cuore era grande il doppio di quello degli altri, per questo ero sempre gentile con tutti, anche con chi non lo meritava.

Forse sono caduta, le mie gambe tozze mi avranno fatta inciampare. Eppure, non ne sono convinta. Con una giravolta delicata mi avvicino e osservo l’interno dell’edificio. Le fronde degli alberi sembrano fremere al mio passaggio. L’odore sgradevole della muffa mette in subbuglio viscere invisibili. Un brivido mi attraversa, come una scossa che non provoca dolore ma ti fa drizzare i peli sulle braccia. Ho la sensazione di essere già stata qui e non da sola.

Un alito di vento gelido attraversa i vetri rotti posando una piuma sulle piastrelle corrose. Scorgo delle macchie di sangue, credo sia il mio. Sono spaventata ma non ho né occhi né lacrime per piangere.

Un lampo accecante illumina per un istante il volto del mio aguzzino, sguardo infuocato e anima nera. Non lo riconosco, ma la nonna aveva ragione.

Ho un conto in sospeso e questa volta intendo saldarlo.